L’abbinamento armonico tra etichetta e capsula

Quando si crea l’identità di un vino è necessario avere cura del più piccolo dettaglio. Non solo per quanto riguarda l’etichetta, ma anche per gli elementi funzionali come le capsule che sigillano il vino: abbinare etichetta e capsula può fare davvero la differenza sull’impatto finale del packaging e l’expertise e la capacità produttiva di So.ve.mec. in questo campo distingue l’azienda dai suoi competitor. Ma come si procede per creare un progetto coordinato e armonico?

Dalla modulistica alle etichette fax alle capsule.

La So.ve.mec. nasce come azienda per modulistica varia nel lontano 1984, ma con l’avvento di Internet e delle e-mail la carta ha lasciato spazio ai documenti virtuali, così l’amministratore Antonio Coppola nel 2001 decide di affiancare un’altra linea produttiva: l’etichetta adesiva. Oggi grazie all’esperienza e alla voglia di metterci in gioco siamo arrivati a un livello di eccellenza soprattutto nell’esigente settore enologico. E la ragione per cui siamo riusciti a raggiungere determinati standard, è che abbiamo sempre cercato di risolvere i problemi che il mercato ci poneva davanti. Qualche anno fa, una delle esigenze ricorrenti era per noi la questione del coordinato capsula-bottiglia: completare una bottiglia non è semplice perché siamo sì nell’ambito del packaging , ma ogni elemento ha una linea produttiva completamente differente e i nostri clienti, per lo più piccole-medie imprese, non producono quantitativi sufficienti a ordinare tonalità o personalizzazioni particolari sulla capsula, a meno che non utilizzino colori che non necessitano di un quantitativo minimo per la produzione. Ciò ha sempre rappresentato un limite per noi come stampatori: spesso la tonalità dei colori dell’etichetta stampata non risultava coerente con quella della capsula disponibile, creando un packaging non omogeneo. Nel 2015 dunque abbiamo deciso di attuare un’espansione orizzontale in termini produttivi affiancando la stampa delle etichette a quelle delle capsule. Per noi è stato un investimento coraggioso, perché non solo non avevamo mai avuto esperienza in questo settore ma anche perché abbiamo riorganizzato la produzione con la formazione di nuovo personale. Se prima la produzione di capsule avveniva in circa 3 mesi – quindi il cliente riceveva le etichette e poi le capsule – internalizzando la produzione di capsule siamo in grado di rispondere alla domanda in 15 giorni. L’idea è stata vincente, tanto che attualmente vantiamo ben due macchinari per la produzione di capsule che ci rendono uno dei pochi etichettifici in Italia a produrre anche capsule.

Come è cambiata la progettazione

Per progettare il packaging di una bottiglia di vino di solito si parte sempre dall’etichetta. Con l’introduzione delle capsule abbiamo iniziato a progettare in maniera inversa: l’uso di supporti differenti infatti (carta per l’etichetta, plastica e polilaminato per la capsula) fa sì che la resa dello stesso colore sia molto diversa sui due elementi. Pertanto partiamo prima dal colore disponibile della capsula per poi progettare l’etichetta: il materiale fornitoci delle capsule è già colorato, mentre la carta per l’etichetta è bianca e stampando in quadricromia si riesce ad arrivare allo stesso colore della capsula scelta, come abbiamo fatto per la linea Bio dell’oleificio Basso che utilizza lo stesso packaging per tre tipologie di prodotto differenziando solamente il colore di etichetta e capsula. Con questa tecnica riusciamo a rendere il packaging della bottiglia completo e omogeneo. I materiali a nostra disposizione per le capsule sono il PVC e il polilaminato, ma da un po’ di tempo abbiamo introdotto anche il PET 100% riciclabile, per soddisfare la crescente richiesta di sostenibilità che va di pari passo con la scelta di carte FSC. Per la personalizzazione possiamo nobilitare la capsula con rilievo a secco, lamina a caldo o anche rilievo a secco e lamina a caldo. Oltre alla vasta gamma di colori che abbiamo a disposizione, un altro vantaggio di poter produrre etichette e capsule è quella di utilizzare lo stesso foil a caldo su entrambi gli elementi. Se l’etichetta progettata presenta una nobilitazione a caldo, possiamo utilizzare il foil scelto per poter incidere la capsula e riportare il nome del brand o anche il logo sul collo della capsula e sulla testa. È il caso del progetto di Renato Cosimato creato dalla nostra designer Annalisa Fusco, che riporta il logo sulla capsula con lo stesso foil dell’etichetta. Utilizzando la stessa tecnica si può avere anche il processo inverso, ossia partire dal colore della capsula per poi riprodurre una stampa a caldo sull’etichetta che gli si avvicini il più possibile, come il packaging utilizzato dall’azienda Vigne Irpine.

 

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